Modifica della legge regionale che estende la procedura semplificata ad invasi superiori a 5000 m3. Un convegno promosso dal Consorzio ha illustrato le opportunità per i produttori

Modifica della legge regionale che estende la procedura semplificata ad invasi superiori a 5000 m3. Un convegno promosso dal Consorzio ha illustrato le opportunità per i produttori

D’ora in poi sarà più semplice realizzare nuovi invasi fino a 20.000 m3, consentendo così agli agricoltori di poter contrastare la siccità.  È quanto emerso dalla tavola rotonda, promossa dal Consorzio di tutela del Morellino di Scansano, che si è svolta lunedì 24 agosto, per analizzare le opportunità che emergono con la modifica della legge regionale 69/2019.

Presso il Teatro Castagnoli erano presenti Rossano Teglielli (Consorzio Morellino di Scansano), l’architetto Pietro Pettini, l’ing. Renzo Ricciardi (Dirigente responsabile Genio Civile Toscana Sud), il sindaco di Scansano Francesco Marchi e Leonardo Marras, consigliere regionale di Regione Toscana.

È stato proprio il Consorzio di tutela del Morellino di Scansano a farsi promotore, grazie al prezioso supporto dell’Arch. Pietro Pettini, di una proposta volta alla modifica della legge regionale n. 64/2009 che “Disciplina le funzioni amministrative in materia di progettazione, costruzione ed esercizio degli sbarramenti di ritenuta e dei relativi bacini di accumulo”.

La Regione, su iniziativa del consigliere Leonardo Marras, ha accolto le proposte del Consorzio ed ha modificato la norma, così come previsto dalla nuova legge regionale n. 69/2019, permettendo di applicare una procedura semplificata per invasi fino a 20.000 metri cubi.

La precedente normativa regionale, infatti, prevedeva una procedura semplificata per vasche ed invasi solo fino a 5.000 m3, ma oltre tale limite obbligava gli interessati a sostenere costi molto alti oltre che un gran numero di passaggi burocratici. Con il nuovo provvedimento, disciplinato dall’art. 65 della nuova legge, “i manufatti di altezza non superiore a 3,5 metri, che determinano un accumulo di acqua di volume non superiore a 20.000 metri cubi e dove a valle del manufatto di sbarramento non sono presenti strutture abitative e produttive, infrastrutture stradali e comunque attività antropiche soggette a rischio, ad una distanza minima di 500 metri, valutata con metodo speditivo…”,  non hanno più bisogno di essere sottoposti alla legge 64/2009 sugli invasi. D’ora in poi, quindi, sarà necessario acquisire dal Comune solo il titolo abilitativo così come previsto per qualsiasi opera edile in zona agricola.

“La nuova legge rappresenta un importante strumento per aiutare gli agricoltori ad affrontare i cambiamenti climatici – commenta Alessio Durazzi, direttore del Consorzio – e con 20.000 m3 consente di irrigare fino a 10 ettari di vigna con l’irrigazione di soccorso, l’unica forma di irrigazione ammessa dal disciplinare”.