Il Morellino di Scansano è divenuto un vino a DOCG, ossia a Denominazione di Origine Controllata e Garantita, a partire dalla vendemmia 2007.
L’apposizione della G alla denominazione DOC del 1978 è il riconoscimento del lavoro che viticoltori e vinificatori hanno svolto nell’arco di 3 decenni per raggiungere la qualità in ogni singola fase della lavorazione e della produzione.
Per la tracciabilità della bottiglia si è così passati dall’utilizzo della fascetta consortile, adottata dal 2004, al contrassegno di Stato, mantenendo però intatto il principio di garanzia al consumatore dell’esatta provenienza del prodotto.
Il disciplinare DOCG pone poche variazioni al Disciplinare storico, che di seguito riepiloghiamo.
Disciplinare storico o DOCG?: le fasi produttive
La zona di produzione storica: tutto il Comune di Scansano e parte dei Comuni di Campagnatico, Grosseto, Magliano in Toscana, Manciano, Roccalbegna, Semproniano.
Minimo 85% di uve Sangiovese.
Massimo 15% di altre uve di vitigni a bacca nera consentiti nella Regione Toscana.
DOCG: 90 quintali per ettaro (DOC: 120 quintali per ettaro).
Storicamente le rivendicazione medie delle uve non hanno mai superato i 90 quintali, a conferma dell’innata e continua ricerca della qualità dei produttori di Morellino di Scansano.
Le fasi di vinificazione devono avvenire obbligatoriamente nella zona di produzione delle uve, così come previsto dal precedente disciplinare del 1978.
Imbottigliamento obbligatorio nella zona di produzione delle uve, fatto salvo il diritto acquisito dalle aziende che hanno storicamente imbottigliato il Morellino di Scansano fuori dalla suddetta zona prima del passaggio a DOCG.